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RICCHEZZE INVERSAMENTE PROPORZIONALI

18 Uno dei capi lo interrogò, dicendo: «Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?»… 20 Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio; non uccidere; non rubare; non dir falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre». 21 Ed egli rispose: «Tutte queste cose io le ho osservate fin dalla gioventù». 22 Gesù, udito questo, gli disse: «Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». 23 Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. 24 Gesù, vedendolo, disse: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio!…  28 Pietro disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito». 29 Ed egli disse loro: «Vi dico in verità che non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli a causa del regno di Dio, 30 il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo e, nell’età futura, la vita eterna».

Luca 18:18, 20-24, 28-30

In questa storia abbiamo un ricco e dei poveri; il primo era povero, gli altri ricchi. Prima che mi diate del matto, lasciate che mi spieghi. Il giovane ricco si presenta a Gesù con un bisogno: vuole sapere come fare per ricevere la salvezza eterna. Forse aveva perso qualcuno di recente o forse non evitava di pensare alle grandi domande della vita, come fanno invece molti oggigiorno… l’incertezza eterna di questo giovane era la povertà interiore. Verso la fine del paragrafo invece, leggiamo di Gesù che rassicura i suoi discepoli che, pur essendo poveri nelle finanze, si stavano costruendo una gran ricchezza nell’eternità. Quindi il ricco era povero, ma i poveri erano ricchi.

Questo articolo non è una condanna alla ricchezza o un’esaltazione della povertà, ma una riflessione su ciò che rende veramente ricco l’uomo: seguire Cristo. Seguire Cristo comporta un percorso diverso per ciascuno: c’è chi, come il giovane ricco, viene messo davanti alla decisione di dar via tutte le sue ricchezze e chi, attraverso le sue ricchezze, sostiene generosamente l’opera di Dio. C’è chi, come i discepoli, si trova a lasciare tutto per seguire Gesù e chi, invece, lo segue pur mantenendo la sua quotidianità (lavoro, casa, chiesa, amici).

Mentre riflettevo su questa storia notavo una sorta di trend: sembra di vedere che, generalmente parlando, chi si impegna per arricchirsi materialmente tende ad impoverirsi spiritualmente, mentre chi si impegna verso la propria crescita spirituale, solitamente non sfonda nelle ricchezze. Questo spiega come mai i più grandi risvegli della storia si siano propagati tra i più poveri e i più semplici; anche oggi possiamo osservare che le testimonianze più forti spesso arrivano dai Paesi meno sviluppati economicamente, mentre nei paesi più ricchi tende ad esserci più povertà spirituale. Come mai? Perché nessuno regala niente, tutto ha un prezzo. Il prezzo dell’arricchimento è dedicazione al lavoro attraverso studi, corsi, straordinari, sacrifici e flessibilità. Così il prezzo dell’arricchimento spirituale invece è dedicazione all’opera di Dio attraverso studi biblici, riunioni infrasettimanali, servizi e assistenza vari, sacrifici e disponibilità. Chiaramente o si predilige una strada o l’altra. È impossibile conciliare 2 carriere che ci tirano in direzioni opposte. O saremo tirati da una parte o dall’altra. La scelta è personale: dove vuoi essere ricco? In Cristo o in banca? Da un’altra parte Gesù dice: “Non puoi servire Dio e Mammona”; Mammona era il nome del dio denaro.

Questa riflessione potrebbe essere considerata non solo con il denaro, ma con le molte aree della nostra vita che potremmo voler coltivare a scapito della vita spirituale. Dio vuole arricchirti per l’eternità, anche se potrebbe comportare delle rinunce sulla terra; il mondo vuole accontentarti in questa vita, ma lasciarti senza nulla di eterno. Cosa sceglierai?

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