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Astuti come serpenti

Or Paolo, sapendo che una parte dell’assemblea era composta di sadducei e l’altra di farisei, esclamò nel Sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti, che sono chiamato in giudizio». Appena ebbe detto questo, nacque contesa tra i farisei e i sadducei, e l’assemblea si trovò divisa. Atti 23:6-7

Paolo in questo ambiente era cresciuto e sapeva molto bene come “uscirne” politicamente parlando, e (semmai lo fosse) la sua tattica fu proprio quella di dividere quelli che lo stavano giudicando, portando i farisei e i sadducei alla contesa riguardo la questione della risurrezione che da sempre divideva queste due fazioni.

E mi vengono in mente le parole di Gesù quando ci dice di essere “semplici come colombe e astuti come serpenti”. A volte, presi dal buonismo, vorremmo solamente essere semplici come colombe, perché pensiamo ne vale della testimonianza. Certo vederci somigliare a dei serpenti e alla loro astuzia non è facile, ma questo tipo di astuzia trova la sua ispirazione nella saggezza e nel discernimento per riuscire in modo audace e intelligente a sfuggire da situazioni critiche, come quella in cui Paolo si trovava.

Ecco perché in quanto cristiani dobbiamo avere la volontà di crescere non solo in umiltà, bontà e mansuetudine, ma sviluppare anche lati di saggezza che ci aiutino ad essere persone con discernimento, capaci di districarsi in situazioni complicate, perché seppur siamo mandati come pecore in mezzo ai lupi, questo non deve farci credere che le pecore siano animali stupidi, ma anzi… Oggi la scienza ci aiuta a comprendere che le pecore sono animali tutt’altro che stupidi e sciocchi, ma che hanno dei “sistemi neurali capaci di discernere e ricordare” molto più sviluppati di tanti altri animali.

Nessun paragone utilizzato da Gesù durante il suo ministerio è a caso e perciò anche in questo abbiamo da imparare e continuare (o cominciare) a sviluppare in noi non solo il carattere della mansuetudine, ma anche quello della perspicacia che trova soluzioni ispirate dal “discernimento” in situazioni critiche e complicate, che ci portano ad emergere come figli di Dio in un mondo malvagio e in decadenza. Anche questo significa essere figli di Dio.

Francesco Callari

Questo articolo ha un commento

  1. gioele.gallo

    Questo discernimento, questa astuzia, questa furbizia sono la conseguenza della maturità del cristiano. Spesso si sbaglia pensando che diventare cristiani significa diventare buonisti. Essere cristiani significa ricevere lo Spirito di Dio dentro di noi; lo Spirito di Dio è si buono, ma anche saggio; fa del bene ma non si fa prendere in giro; anche quando sembra che il cristiano subisce, in realtà è la saggezza che gli insegna quanto aspettare e quando reagire. Il Signore vuole dare il suo Spirito a chiunque lo cerca, la sua saggezza a chiunque la chiede!

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